Macchine "Industry 4.0 ready" offresi

Spesso e volentieri molti produttori hanno iniziato a proporre le loro soluzioni accompagnandole con immagini, loghi e/o cartellonistica per comunicare come i loro beni strumentali siano conformi a “Industria 4.0”, lasciando così intendere che il loro acquisto possa permettere all’utilizzatore di poter accedere in automatico ai benefici di legge. E’ davvero così?

Si sa che la pubblicità è l'anima del commercio: ce lo hanno insegnato fin dai tempi di Carosello. Quindi cosa di meglio c'è, in periodo di benefici e incentivi statali, a mettere bene in risalto che il bene strumentale a catalogo o esposto in show room è conforme 4.0?

 

Sono molti i costruttori di macchine che, in fiera, sui loro siti web o negli show room hanno adottato (molti con disinvoltura) questa politica promozionale.

Che cosa significa che una macchina è "Industry 4.0 ready"? Esistono macchine che si possano definire tali? E' vero che che se me lo dice il costruttore posso stare tranquillo?

 

Stiamo bene attenti: la responsabilità è di chi acquista, in quanto...

Chiariamo un fatto: non esiste alcun bene, strumento, componente o quant’altro che sia di per sé 4.0 compliant. Esistono invece macchine o sistemi con caratteristiche tecniche tali per cui, se correttamente installate e condotte, possono risultare conformi a Industria 4.0. Del resto è lampante: se la macchina non è interconnessa e/o integrata nel ciclo logistico aziendale, potrà essere la migliore soluzione del mondo ma non potrà mai godere dei benefici di legge 4.0. Dunque la responsabilità di rendere la macchina conforme alle direttive di legge spetta solo ed esclusivamente all’utilizzatore, e non al venditore, qualsiasi cosa egli dichiari. A questo proposito vi invito a leggere l’interessante articolo scritto dal giornalista Franco Canna su Innovation Post, testata on-line che si occupa di industria, innovazione e tecnologie (clicca qui per leggere l’articolo).


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