L’affaire Transizione 5.0 si fa sempre più complicato. Il cammino che prevede la conversione in legge del DL n.19 del 2 marzo 2024, il cui articolo 38 - lo ricordiamo - contiene il testo del piano Transizione 5.0, ha visto la commissione Bilancio della Camera apportare al decreto alcuni emendamenti e farne incomprensibilmente sparire altri.
Oltre ad alcuni emendamenti di natura squisitamente formale, nei commi dell'art. 38 ne è stato inserito uno molto importante, che di fatto mette un tetto alle spese rilevanti per i pannelli fotovoltaici e i sistemi di accumulo.
Questo emendamento afferma che il MIMIT introdurrà un fattore di proporzionalità tra la spesa ammissibile e l’energia prodotta (€/kW) o accumulata (€/kWh). Un altro emendamento - importante - è tuttavia svanito nel nulla.
Fotovoltaico: più efficienza, più spese ammissibili
Al comma 17, con l’emendamento che riportiamo in grassetto nel virgolettato che segue, si legge infatti: “Con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto , sono stabilite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo, con particolare riguardo […] al costo massimo ammissibile, calcolato in euro/kW, degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e, in euro/kWh, dei sistemi di accumulo di cui al comma 5”.
Chiaramente questo comma tende a favorire gli impianti FV e/o di accumulo che riescano a massimizzare l’efficienza di conversione e/o di stoccaggio dell’energia. Il che è anche corretto.
Il mistero dell'emendamento sparito: il rischio del "click day"
Sempre a proposito di emendamenti sostanziali, non si è invece compreso il motivo per cui non è stato preso in considerazione l’emendamento, peraltro a detta di tutti molto intelligente, che avrebbe introdotto l’obbligo di acconto del 20% da versare entro trenta giorni dalla prenotazione del progetto e, quindi del relativo credito d’imposta.
Con questa prassi le aziende si sarebbero effettivamente attivate per prenotare il credito d’imposta solo se pronte con l’investimento, eliminando il rischio di un assalto alla diligenza che, sic stantibus rebus, potrebbe comportare:
- a) la trasformazione del giorno dell’apertura della piattaforma di prenotazione del credito in un famigerato click day;
- b) lo spreco delle risorse disponibili, poiché molti potrebbero prenotare un credito sull’onda emozionale del “non si sa mai” per poi non goderlo, penalizzando dunque le aziende che intendono investire e mandando a monte buona parte del finanziamento disposto in relazione all’Investimento 15 – «Transizione 5.0», della Missione 7 – REPowerEU.
E ora, che succede?
Il testo emendato dovrà passare al vaglio dell’Aula e quindi del Senato, due passaggi che non escludono nuovi emendamenti e, quindi nuovi passaggi, con ulteriore slittamento della conversione in legge che, a questo punto, potrebbe non più arrivare a fine aprile.
La saga 5.0 dunque continua. A quando la definitiva e necessaria chiarezza?
Al link che segue è possibile approfondire ulteriormente gli emendamenti proposti al testo dell'articolo 38 del DL 2 marzo 2024 in un articolo a firma dell'amico ed eccellente giornalista Franco Canna, direttore della rivista on line Innovation Post.
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